Eccoci qua come ai tempi della scuola dinanzi una pagina bianca e l'incertezza, l'amletico dubbio: COME INIZIARE? Sicuramente voglio dirti CIAO, che tu sia casualmente transitato di qua o già mio amico, qualunque sia il tuo pensiero, la certezza di questo saluto ce l'ho.
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.

Gabriella

mercoledì 20 aprile 2016

17.04.2016

Il referendum, anzi quello che doveva essere il referendum, non può passare inosservato, il suo risultato pone gli stessi quesiti attorno ai quali giriamo ormai da anni...mi chiedo se siamo noi a rimanere fermi o loro a perseverare! Così mi domando cosa spinge una persona a rinunciare ai propri diritti...quando e perché si smette di credere in qualcosa...quanto questo sia dovuto agli altri e quanto a noi...
Immagino che ognuno abbia le sue di domande e risposte, ognuno le sue ipotesi...cosa spinge un genitore a smettere di lottare per il futuro dei suoi figli? Mi viene solo da dire che ormai non ci crede più! Quanto dolore in tutto questo! Se siamo pronti a farci scippare un diritto...rettifico: se lo riconsegniamo da soli facendone a meno...allora quanto il bisogno di una quotidianità serena, il bisogno di "portare il pane a casa", della certezza del sostentamento, del soddisfacimento dei più elementari bisogni e diritti...quanto sottrae energie ed attenzione a tutto il resto? Quanto ci spinge a "non aver tempo" per i nostri diritti, quanto a lasciar che siano altri a scegliere...quanto ci porta lontano dai nostri sogni, valori, ideali?
Intanto soldi ed occasione sprecata, soldi per un'inutile consultazione e l'occasione sprecata per dire che siamo vigili e attenti, interessati al futuro, qualunque fosse la vostra scelta di voto, il segnale che siamo un popolo attivo e che dice la sua! Popolo sovrano!

Gabriella Dell'Aria

2 commenti:

  1. Una sola parola: menefreghismo. L'italiano medio, membro del popolo sovrano, se la sbatte di tutto. Ai tempi -sembrano lontanissimi- dell'ultima guerra imperava un detto: arrangiarsi. Fai quello che ti pare ma porta a casa un pezzo di pane. Oggi il detto si è trasformato in: fottetene.
    Deprimente

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  2. Sì, deprimente! Si vive come se le risorse fossero infinite, si dà alla vita il valore di una cosa che torna, come se si potesse resettare alla stregua di un videogame e ricominciare la partita all'infinito. Mentre ogni vita è unica ed irripetibile, è degna di rispetto! Si gioca ad arraffare senza scrupoli? È questa la vita che vogliamo? È per questo che dobbiamo lottare? Io credo nella possibilità di un Mondo di Pace e di diritti riconosciuti nella quotidianità non solo sulla Carta. Purtroppo la necessità di portare il pezzo di pane a casa è attuale, bisognerebbe creare dei presupposti capaci di assicurare lavoro a tutti. La conoscenza rende liberi, ed anche il lavoro. Insomma, una bella rivoluzione culturale!

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Grazie per essere passato/a a leggermi! Se volessi lasciare un commento con le tue impressioni/sensazioni o anche solo un saluto... ti ringrazio ancora una volta!