Il referendum, anzi quello che doveva essere il referendum, non può passare inosservato, il suo risultato pone gli stessi quesiti attorno ai quali giriamo ormai da anni...mi chiedo se siamo noi a rimanere fermi o loro a perseverare! Così mi domando cosa spinge una persona a rinunciare ai propri diritti...quando e perché si smette di credere in qualcosa...quanto questo sia dovuto agli altri e quanto a noi...
Immagino che ognuno abbia le sue di domande e risposte, ognuno le sue ipotesi...cosa spinge un genitore a smettere di lottare per il futuro dei suoi figli? Mi viene solo da dire che ormai non ci crede più! Quanto dolore in tutto questo! Se siamo pronti a farci scippare un diritto...rettifico: se lo riconsegniamo da soli facendone a meno...allora quanto il bisogno di una quotidianità serena, il bisogno di "portare il pane a casa", della certezza del sostentamento, del soddisfacimento dei più elementari bisogni e diritti...quanto sottrae energie ed attenzione a tutto il resto? Quanto ci spinge a "non aver tempo" per i nostri diritti, quanto a lasciar che siano altri a scegliere...quanto ci porta lontano dai nostri sogni, valori, ideali?
Intanto soldi ed occasione sprecata, soldi per un'inutile consultazione e l'occasione sprecata per dire che siamo vigili e attenti, interessati al futuro, qualunque fosse la vostra scelta di voto, il segnale che siamo un popolo attivo e che dice la sua! Popolo sovrano!
Gabriella Dell'Aria
Una sola parola: menefreghismo. L'italiano medio, membro del popolo sovrano, se la sbatte di tutto. Ai tempi -sembrano lontanissimi- dell'ultima guerra imperava un detto: arrangiarsi. Fai quello che ti pare ma porta a casa un pezzo di pane. Oggi il detto si è trasformato in: fottetene.
RispondiEliminaDeprimente
Sì, deprimente! Si vive come se le risorse fossero infinite, si dà alla vita il valore di una cosa che torna, come se si potesse resettare alla stregua di un videogame e ricominciare la partita all'infinito. Mentre ogni vita è unica ed irripetibile, è degna di rispetto! Si gioca ad arraffare senza scrupoli? È questa la vita che vogliamo? È per questo che dobbiamo lottare? Io credo nella possibilità di un Mondo di Pace e di diritti riconosciuti nella quotidianità non solo sulla Carta. Purtroppo la necessità di portare il pezzo di pane a casa è attuale, bisognerebbe creare dei presupposti capaci di assicurare lavoro a tutti. La conoscenza rende liberi, ed anche il lavoro. Insomma, una bella rivoluzione culturale!
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